All’alba del 7 agosto 1974, il giovane Philippe Petit attraversò, sospeso su un cavo d’acciaio e senza alcuna protezione, la distanza che separava le due torri gemelle di NY, a 400 mt da terra.

Come racconterà lui stesso nel libro scritto per narrare la sua esperienza incredibile, il suo sogno era quello di toccare le nuvole.

Nel film The Walk (2014), il coraggioso funambolo dice alla sua ragazza: “Ho la testa piena di dubbi…Quando dovrò salire sul filo, non so se ce la farò a fare il primo passo.” E lei risponde: “Il tuo cuore ti dirà che cosa fare.”

La straordinaria impresa di Philippe Petit offre una poderosa immagine simbolica di equilibrio come azione tesa a calibrare pesi diversi, come ricerca costante di una sintesi possibile tra opposizioni apparentemente inconciliabili, quale può essere considerata la condizione umana.

L’uomo non è forse, come ci insegnano secoli di arte, letteratura, scienza, in una condizione intermedia tra Terra e Cielo, rocce e nuvole, passato e futuro, limiti e progetti?

Dante fa dire a Ulisse nel canto 26 della Divina Commedia: “Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” Ecco le due opposizioni fondamentali che caratterizzano l’uomo e che lo qualificano nella sua fondamentale capacità di scelta.

Siamo tutti- e costantemente- alla ricerca di equilibrio. Quanto la cifra di questa tensione sia esistenziale e universale lo dimostra il fatto che è iscritta nel nostro corpo: tutto l’apparato locomotore è basato su un sistema di leve. Tutte le volte che c’è movimento, anche il più piccolo movimento del nostro corpo, si produce una leva: la stadera! Una bilancia molto antica che, a differenza della bilancia comunemente più conosciuta, ha un solo piatto e si basa proprio sui principi fisici delle leve.

Siamo corpo, siamo movimento, siamo stadere!!!

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Stadera: alla perenne ricerca di equilibrio – mostra di Guerino Taresco

All’alba del 7 agosto 1974, il giovane Philippe Petit attraversò, sospeso su un cavo d’acciaio e senza alcuna protezione, la distanza che separava le due torri gemelle di NY, a 400 mt da terra.

Come racconterà lui stesso nel libro scritto per narrare la sua esperienza incredibile, il suo sogno era quello di toccare le nuvole.

Nel film The Walk (2014), il coraggioso funambolo dice alla sua ragazza: “Ho la testa piena di dubbi…Quando dovrò salire sul filo, non so se ce la farò a fare il primo passo.” E lei risponde: “Il tuo cuore ti dirà che cosa fare.”

La straordinaria impresa di Philippe Petit offre una poderosa immagine simbolica di equilibrio come azione tesa a calibrare pesi diversi, come ricerca costante di una sintesi possibile tra opposizioni apparentemente inconciliabili, quale può essere considerata la condizione umana.

L’uomo non è forse, come ci insegnano secoli di arte, letteratura, scienza, in una condizione intermedia tra Terra e Cielo, rocce e nuvole, passato e futuro, limiti e progetti?

Dante fa dire a Ulisse nel canto 26 della Divina Commedia: “Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” Ecco le due opposizioni fondamentali che caratterizzano l’uomo e che lo qualificano nella sua fondamentale capacità di scelta.

Siamo tutti- e costantemente- alla ricerca di equilibrio. Quanto la cifra di questa tensione sia esistenziale e universale lo dimostra il fatto che è iscritta nel nostro corpo: tutto l’apparato locomotore è basato su un sistema di leve. Tutte le volte che c’è movimento, anche il più piccolo movimento del nostro corpo, si produce una leva: la stadera! Una bilancia molto antica che, a differenza della bilancia comunemente più conosciuta, ha un solo piatto e si basa proprio sui principi fisici delle leve.

Siamo corpo, siamo movimento, siamo stadere!!!

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